Unita’ d’Italia:va, pensiero! Fra aspettative e realta’.


                        Unita’ d’Italia:va, pensiero! Fra aspettative e realta’.
Ogni nazione ha i suoi momenti difficili e le sue scelte sbagliate… eppure e’ lecito ricordare che la storia di un Paese non si puo’ negare, tantomeno dimenticarla. Quindi quando parliamo dei 150 anni d’Italia come nazione, vogliamo ricordare non soltanto i gloriosi eventi del Risorgimento che accesero i cuori e le menti, ma dobbiamo pure ammettere che l’Unificazione dell’Italia non porto’  il  progresso liberatorio a tanta gente da varie Regioni d’Italia, specialmente quelle del Sud Italia e delle isole, costretta a partire per terre lontane.
Dopo la dichiarazione dell’Unita’ d’Italia il 17 marzo 1861 e con la presa di Roma e del Territorio Vaticano nel 1870, gli sforzi dei Governanti della nuova nazione si occuparono soprattutto a sviluppare l’Italia industriale a Nord del territorio nazionale. L’Italia comincio’ a sviluppare a Nord della neo conquistata capitale con rapidita’. Nuove ferrovie e strade collegarono il Nord alla capitale, le industrie si svilupparono rapidamente utilizzando le grandi risorse idriche delle Alpi, nuovi impianti industriali sorsero specialmente in Lombardia e Piemonte. La nuova macchina industriale aveva bisogno di essere appoggiata da manodopera… cosi’ comincio’ pian piano l’attrazione di giovani uomini e donne dal Sud Italia verso il Nord. E questo esodo continua fino ai nostri giorni mentre stiamo celebrando l’Unita’ d’Italia.
L’unificazione riusci’ a mettere insieme i vari territori, stati, ducati, regni  e citta’ indipendenti in un’unica entita’ territoriale italiana sotto l’egida della casa reale dei Savoia, gia’ regnanti dello Stato del Piemonte e della Valle d’Aosta. L’Italia non era piu’ soltanto un’espressione geografica, come la defini’ il Principe Von Metternich nel 1819 al Congresso di Vienna, quando le vecchie potenze d’Europa si riunirono a Vienna per dividersi i territori riacquistati con la sconfitta di Napoleone Bonaparte, imperatore della Francia post Rivoluzione Francese. Mentre la nuova Italia unita, soprattutto al Nord diventava ‘fucina nazionale’, il Sud non ricevette la stessa attenzione  e cura della sua governanza, cadendo in un degrado di fiducia verso le nuove istituzioni nazionali. Cosi’ comincio’ la nuova era del brigantaggio, della ribellione e dell’emigrazione di massa verso il Sud ed il Nord America.
Si puo’ dire che l’emigrazione e la spopolazione dei paesi al Sud Italia divenne la piu’ grande industria del Sud Italia dopo la dichiarazione dell’Unita’ d’Italia. Dal 1880 fino al principio della Prima Guerra Mondiale si verifico’ il grande esodo di milioni di emigranti del Sud Italia e delle sue isole, ma anche dal centro e dal Veneto, partire su quelle grandi navi che divennero simboli di fortuna e di un futuro migliore! Andare in America significava liberarsi dalle difficolta’ economiche e sociali che continuavano ad esistere nella giovane nazione Italiana. Si formava nel subconscio governativo l’idea che queste regioni non erano adatte alla industrializzazione. Anche se cio’ non era del tutto falso, i governanti e gli industrialisti del Nord cominciarono a sfruttare la poverta’ al Sud per garantirsi operai e lavoratori nelle fabbriche e nelle citta’ che emergevano dalla concentrazione industriale e commerciale.
I viaggi di emigrazione all’estero erano spesso senza ritorno, ma in molti casi la fortuna rese possible a pochi di ritornare al proprio paesello e ‘fare l’americano’ con i guadagni ottenuti oltremare o al Nord Italia. In molti casi l’andare a far fortuna fuori del proprio paese rappresento’ il successo dell’emigrazione di ritorno e dei contatti globali che l’Italia ando’ pian piano acquirendo tramite i suoi emigrati ed il bisogno di esportazione dei suoi prodotti industriali. Oggi si contano piu’ di 60 milioni di persone di origine italiana concentrate in varie parti del mondo. Spiccano le presenze italiane in Argentina e nel Sud America in generale, negli Stati Uniti e nel Canada, nei paesi nord europei, il nord del nord Italia!, anche in Sud Africa ed in Australia, che accolse l’emigrazione di massa italiana dopo la seconda Guerra mondiale. Non manca la presenza italiana in altre parti del mondo… e se manca c’e’ sempre qualche referenza culturale e gastronomica ovunque si viaggi nel mondo.  
Durante gli anni dal 1880 fino ai nostri giorni, dagli Stati Uniti D’America cominciarono ad emergere grandi artisti Italo-americani, che furono il diretto prodotto dell’emigrazione di massa alla fine del 19esimo ed il principio del 20esimo secolo. Non solo grandi artisti, ma anche le usanze gastronomiche, il grande contributo italiano in tutti i campi di produzione: dall’agricoltura alle industrie, dal commercio privato a quello delle grandi compagnie, dall’artigianato alle ricerche scientifiche e tanto di piu’! Gli Italiani si ribellarono alle autorita’ quando le leggi non sapevano proteggerli… quindi il mito e la realta’ dell’Italiano delle Mafie e delle Cosa Nostra. C’e’ molto da aggiungere al racconto dell’emigrazione Italiana nel mondo.. e so che non solo lo si sta facendo, ma questo tema continuera’ ad arricchirsi di piu’ ampi riconoscimenti anche in Italia. Ritornero’ su questa tematica in futuri articoli.
Il successo dell’unita’ sul territorio italiano si concentro’ sempre piu’ a Nord del Paese dove c’era abbondanza di acqua per l’energia elettrica, abbondanza di pianure per l’agricoltura tecnologica per sfamare le sempre piu’ crescenti citta’ industriali, e l’accessibilita’ al resto dell’Europa per le sue esportazioni. Quindi l’unita’ d’Italia porto’ benessere ai paesi dentro ed oltre i confini delle Alpi. Al Centro di meno, ma il Sud Italia e le isole vennero sempre piu’ isolate per la mancanza di adeguate moderne infrastrutture fisiche e sociali.
Il fenomeno fascista sotto l’egida di Benito Mussolini va spiegato come un periodo storico dove si riconosceva il bisogno di uno sforzo unitario per portare uguaglianza di strutture e qualita’ di vita su tutto il territorio nazionale. Al centro ed al sud cominciarono le realizzazioni di significativi lavori pubblici e di accesso ad istruzione, trasporto, medicina, utilizzo di terreni non adatti all’agricoltura. Il tutto colorito da un forte impulso al patriottismo ed un infiammazione dei cuori di molti italiani per il Duce. Purtroppo i governi dittatoriali non durano. Hanno il problema descritto da Macchiavelli: il potere prolungato corrompe, il potere assoluto corrompe assolutamente!
Pero’ Mussolini riusci’ a ridurre l’emigrazione di massa degli Italiani… e li mise al lavoro sul territorio nazionale, offrendo loro pane ed ‘olio di ricino’ per coloro che non erano d’accordo. Cosi’ la morsa fascista riusci’ in qualche modo ad unire gli Italiani con la forza, incoraggiandoli ad avere figli ed a servire lo Stato! E cosi’ pian piano l’orgoglio nazionale ed il patriottismo vennero usati per dare vita ad arroganza, divisioni e guerre sotto una ferrea disciplina militare ed ideologica. E Mussolini che capiva l’importanza del marketing demagogico diede all’Italia molti simboli nazionali per preparare la popolazione ad agire secondo il volere del suo Duce! Quanti esempi di dittatori ci sono stati nel mondo che hanno fatto la stessa traiettoria! E la stessa fine!
Si arriva dunque al periodo post bellico della Seconda Guerra mondiale ed alla realizzazione di una Repubblica Italiana che quest’annno celebrera’ i suoi 65 anni di vita. E cosi’ dopo molta emigrazione, sofferenze divisionarie, guerre ma anche il progresso, il modernismo, il miglioramento della qualita’ di vita, l’Italia, dopo i cambiamenti di direazione nazionale dei suoi governanti, si trova ancora, in molti aspetti, a dover svilupparsi per arrivare ad una Unita’ nazionale che non sia soltanto geografica ma anche reale! Di passi positivi verso l’unita’ linguistica e culturale ne sono stati fatti in abbondanza, ma ancora c’e’ da coordinare le azioni governative con piu’ comprensione del territorio italiano per un salto di qualita’ nazionale ed unitario.
Per il 150esimo anniversario dell’Italia dalla dichiarazione della sua Unita’, vorrei rivolgere una mia esortazione a tutti gli Italiani di origine e di fatto, ovunque si trovino al mondo. Bisogna avere il rispetto per la Nazione Italiana in un contesto globale dove potra’ sviluppare culturalmente e socialmente con le altre nazioni in un crescendo di pace e fraternita’. Non sara’ facile trovare i mezzi adatti per riuscirci, ma almeno siamo consci del fatto che l’Unita’ Nazionale con le diversita’ e’ possible! Anzi l’unita’ e’ necessaria per rendere possible la varieta’ che esiste sul territorio fisico e culturale: sia ai livelli materiali con la qualita’ di vita, possibilita’ di lavoro, accesso all’Istruzione e la preparazione tecnica ma anche alle espressioni personali ed artistiche fra cui la conoscenza della lingua, della cucina, della filosofia di vita e di tant’altro.
L’unita’ culturale italiana ha sfondi significative per chi vuole abbracciare un civilta’ umanitaria dove il rispetto per l’individuo viene valorrizzato a livello sociale e dove i Governi e le Istituzioni rimangono al servizio del popolo e non di interessi specifici di alcune classi di cittadini che vogliono sentirsi privilegiati. L’unita’ va vista come la realta’ di una nazione che vive le diversita’ in un contesto di liberta’, uguaglianza e fraternita’. Altrimenti , l’unita’ e’ soltanto un’acclamazione politica, e nient’altro! Le scuse di impossibilita’ di azione per causa di criminalita’ organizzata e burocrazia corrotta non sono piu’ valide in quest’era di alta informazione locale e specifica. ‘Big Brother’ e’ arrivato anche in Italia e puo’ essere messo a buon uso da Governi di tutte le sfaccettature.
Per unire le diversita’ abbiamo bisogno di tanta apertura mentale, di grande tolleranza e di leggi che limitano l’impatto di ideologie di esclusione e di leggi contrarie alla liberta’ di pensiero  e di espressione pubblica. La vera democrazia si ottiene con la difesa del diritto di espressione di posizioni contradittorie. Questo non significa totale anarchia, ma bilancio di diritti e riconoscimenti di offese fatte verso i danni di altri, sia individuali che di gruppo. La magistratura e’ li’ per giudicare e difendere questi diritti nel contesto delle leggi fatte in Parlamento da governi di varie vedute politiche. Percio’ la Magistratura deve essere imparziale. I magistrati non possono essere attivi nelle politiche di gruppo. Non si puo’ essere magistrati e politici allo stesso tempo!
L’Italia ha l’Unita’ geografica, adesso bisogna seguire quel cammino verso l’unita’ degli Italiani in patria e nel mondo con valori che distinguono culturalmente questa nazione fra le altre e che le danno la possibilita’ di un dialogo aperto con le popolazionoi di altre nazioni con connotati diversi. Abbiamo bisogno di un’Italia globale che abbracci tutti i suoi cittadini e discendenti di cittadini nel mondo moderno. Evviva l’Italia!
Tom Padula – Maggio 2011

The Unification of Italy 150 Year Celebrations


Tom Padula – April 2011

The Unification of Italy 150 Year Celebrations
and
the English Language Media in Australia


On the occasion of the beginning of the 150th year Celebration of the Unification of Italy on the 17th March 2011, some Italian language observers here in Australia have lamented the fact that the Australian Media hardly covered this Event in our Australian English language Newspapers and Television. Yet who better equipped to rectify such an anomaly than the people who write for our Australian Newspapers in other languages? In this case our own journalists who write in Italian?
In the case of the Unification of Italy 150th Year Birthday Celebrations, beginning on the 17 March 2011, there were numerous groups of people of Italian background and sympathisers who gathered in various restaurants, social club premises, reception centres, church halls and at home to remember how Italy was unified politically for the first time since the fall of the Roman Empire in 413 AD, when the Roman Empire split in two parts. These celebrations occurred in every State of Australia. In the ACT the Italian Ambassador organized a special Unification of Italy Celebration programme. You would think that such celebrations would be widely covered by the Australian English Language Media. This was not the case, nor it would seem that much fuss will be made about this very important date and year of celebration in the Italian-Australian calendar.  Why not?
The projection of Italy’s image abroad is of paramount interest to those Global Italians who hold a dual citizenship and those others who are of Italian background but only have Australian citizenship. It’s a question of identity. Every person who comes into a nation built from immigration needs to pay particular attention to uphold and respect, and indeed celebrate, the country of origin of its residents. By doing this, respect is gained for Australia.
When people of second, third, fourth and more generations remember the historical ties of their family, they are individually empowered to hold the balance of peace and harmony of their new country with their country of origin. The individuals who recognize the many and varied parental backgrounds should be more careful in their assessment of others in terms of who they are. Race, colour, religion, cultural leanings and indeed any other type of difference become the basis for an appreciation of diversity. Recognition of such diversity leads to a more humane approach in our dealings with others.
Can the English Language Media be held responsible for the lack of interest to report celebrations about individual nations of the world? I would venture to say… no! But it’s up to the individual nation participants to invite as many people or friends to their Birthday or Commemorative event. This was done by many groups in the case of Italy’s 150 year celebration. The unification of Italy that began on the 17 March 1861, but which was fully achieved only after World War One. A Unity that was then impoverished by the Victors territorial re-arrangements after the end of World War II, when Istria was removed from Italy’s political boundaries.
Strange as it may seem, the European Union has achieved what a lot of wars was never able to do. That is, it has removed boundaries and made each nation relate with its neighbours by opening up to people’s movement within the radius of its territorial recognition. It’s just as easy today for a French, German, Austrian, Croatian resident to travel freely to and within Italy as it is for people who hold Italian residency status. This advantage has been extended to all European member countries… So why celebrate the Unity of Italy? And what does this Italian Unification Celebration mean to the Italians themselves?
It’s true that not everyone in Italy is excited about these celebration events when some of the people, especially from the North of Italy, but not exclusively, want the arrangements of a federation of the regions. They say that local is better… look after the immediate territory, ensure that the tax dollar is spent where it is earned… then the nation will look after itself, without having to worry about the balances of necessity which the great economic divide of each region has to confront. Unification is viewed by some people as a patriotic slogan and not much more! Unification allowed the creation of a bureaucracy which made Italy more divided than it would have been if human and material resources were allowed to develop within the regions, according to their own strengths of production, manufacturing and trade. However Unification Celebration is a lot more than mere living!
The Italians wherever they reside identify themselves with the geographical boot, which Prince Von Metternich described in 1819 as ‘a mere geographic expression’ at the Congress of Vienna, after the fall of Napoleon. Italy had been divided since the fall of the Roman Empire. Therefore the Unification in 1861 gave Italy a national identity that remains a hard won possession: for those who were born there and for Italians in the world whose parental connections remains an important part of their identity. After all, Italy is renowned for its beauty, prestige, colourfulness, a place where every piazza is a museum, where the classical appreciation of food, art and music attracts still today a very sizeable tourist population.
Italy remains a land of diversity in spite of Mr Giorgio Napolitano, the current Italian President, who keeps reminding his people that Italy is a highly unified country. Italians are extremely parochial and identify strongly with the village or town or city in which they were born. The President is however correct to call to celebrate the Unification of Italy as a national goal to recognize the importance of identity, heritage and history. The twenty regions of Italy are diverse and they want to propel Italy into the Global arena in order to gain for themselves trading and commercial benefits. Some regions are trying to recapture their sons and daughters who exited Italy many decades ago because of economic, political or other motivations. Other regions want a more autonomous government. Unity is thus a slippery call. I believe the President is right to appeal to national interest and commitment. These celebrations are a good opportunity to appeal to all Italians to be proud of their heritage and to extend their efforts to include all Italians in the world.
For this reason, Italians worldwide have been called to honour the members of their historical family, including the ones who showed such great heroism during the period of the Risorgimento, the movement which led to Italy’s Unification. The great patriotic figures of this RISORGIMENTO were a diverse lot as well… Giuseppe Mazzini, a republican expatriate, Giuseppe Garibaldi, a general, Conte Camillo Benson di Cavour, a statist, King Victor Emmanuel II of Piedmont, his father Carlo Alberto, Composer Giuseppe Verdi, Poet Giacomo Leopardi, members of unification movements I Carbonari and La Giovine Italia, the many other minor but important regional and local patriots… like Giacinto Albini from the town of Montemurro in Basilicata region where I was born and so many others from all parts of Italy. The Risorgimento literally means Re-Awakening, revival, resurrect from the dead!
Unity and diversity are twins in today’s political landscape worldwide. A recognition and appreciation of one’s own identity, family history and cultural make up are worth celebrating. Let’s celebrate our Italian Heritage in our Australian context and by doing so we shall develop and strengthen the bridges that have been built over many decades of bilateral relations between our two countries.  May feelings of peace and harmony be developed during the course of this year’s celebrations… let’s invite to our ‘festa nazionale’ friends around us who enrich our lives on a daily basis. May this be so with our Australian English Language Media and Television Networks, whose cooperation we seek to run feel good stories about Italy and the contribution of Italians in Australia. I invite Silvio Berlusconi to come to celebrate the Italians in Australia… every leader needs to meet the Italians in the world… here in Australia I am sure he’ll be able to charm our own woman Prime Minister, Julia Gillard. Evviva L’Italia. Evviva l’Australia.
                                                               Tom Padula – April 2011